Micaela Mattioli Nata a Chiavari (GE) il 18/03/70
Formata presso l’Istituto Statale d’Arte di Chiavari a Genova, intraprende la sua carriera artistica già dai primi anni di scuola, distinguendosi per l’impiego di molteplici mezzi espressivi e tecniche miste. Appassionata di astrattismo, per un periodo si dedica al design e all’arredamento tematico, per poi tornare con successo all’astrattismo e alla pittura informale. Utilizza acrilici su tela e tecniche miste con inserzioni in oro e una varietà di elementi. La materia emerge al centro della sua opera, e nei vari accostamenti di sostanze eterogenee si manifesta la sua energia creativa. La sua crescita artistica è stata influenzata dalle amicizie con Adriano de Laurentis, Luisio Sturla e lo zio Vittorio Ugolini, pur mantenendo una forte impronta personale nel suo stile e gusto.
La pittura attuale di Micaela Mattioli indica qualcosa di simile e contiguo al sogno ma da esso diverso, non completamente sovrapponibile e coincidente. Nella sua pittura è evidente che arte e vita sono vasi comunicanti, continua il suo lavoro di sperimentazione e di ricerca, concentrandosi sulla memoria, sul racconto, creando immagini, reminiscenze artistiche si mescolano a ricordi personali, tutti quasi irriconoscibili, Ecco allora che i nuovi bianchi e nuovi colori diventano protagonisti; nasce in un clima che ha come sfondo il ricordo o il sogno della stagione informale, amalgamati in una diffusa atmosfera sentimentale, una dimensione della distanza dalla temporalità che consente di entrare nelle stanze segrete della memoria.
Biografia ©
Dicono di me:
“La forma della musica” di Micaela Mattioli
A cura di Elena Colombo.
“Vivir para contarla” suggeriva il grande Premio Nobel Gabriel García Márquez, e così se ne volava a Cuba per i suoi seminari di cinema. Cuba, isola della musica insolubilmente legata all’aura retró dei Buena Vista Social Club, ha qui lo stesso valore di certe zone ormai mitiche degli Stati Uniti. La melodia (ovvero il son, il boogie e il blues) si fonde ai frammenti di un racconto visivo. Da qui pare attingere Micaela Mattioli: forse non esattamente dallo stesso contesto strutturale, ma comunque da un’esperienza che è in primo luogo individuale, anche se trasfigurata nell’atmosfera nebulosa del sogno. I colori, come accenti di una composizione malinconica, inseriscono il figurativo su sfondi sfumati che derivano dalla sperimentazione informale. Tinte seppiate richiamano le vecchie foto, con la loro eleganza e il loro fascino da Belle Époque. Gli strumenti, assoluti protagonisti prima ancora del gesto umano del suono, diventano soggetti e asse prospettico della composizione, emergendo dalla bruma della memoria. Così, ogni opera è come una voce smorzata che congiunge il passato e il presente cucendo insieme gli episodi: dalle cartoline vivaci di Toulouse-Lautrec al documentario “Sound City – from Real to Reel”, sembra di assistere alle prove per uno spettacolo un po’ triste: ci sono gli artisti però non manca nemmeno il pubblico; un pubblico fatto di donne in attesa, ben vestite per una festa annunciata. Sono presenze universali, figure immaginabili perché private di un’identità somatica, importanti non per la personalità dei tratti, quanto per la volumetria tornita dei corpi, che le rende modelli ideali di uno schizzo più che singole realtà, come se si trattasse di manichini per il disegno o per le creazioni di sartoria.
Critica di Elena Colombo
Micaela Mattioli è una delle speranze artistiche del Tigullio.
l mese di settembre è dedicato all’artista emergente Micaela Mattioli.
Sin dai suoi esordi, Micaela Mattioli si è distinta per l’uso di tecniche miste e materiali non convenzionali. Amante dell’arte astratta, ha esplorato diversi percorsi creativi che l’hanno portata a sperimentare con spazi e concetti, per poi tornare con successo alla pittura informale e all’astrattismo. Le sue opere, realizzate principalmente con acrilico su tela, integrano inserti in oro e una vasta gamma di materiali diversi, portando la materia al centro della scena. La ricerca dell’artista si manifesta nella capacità di creare accostamenti unici tra materiali, rivelando una potente energia creativa. Nella sua produzione attuale, la pittura di Micaela Mattioli evoca un universo vicino al sogno, ma non del tutto identificabile con esso. Arte e vita si intrecciano in un dialogo continuo, mentre l’artista esplora memorie, racconti e frammenti personali, trasfigurandoli in immagini che sfuggono a una lettura immediata. I suoi recenti lavori si caratterizzano per l’uso di colori che emergono in un’atmosfera carica di suggestioni informali. La sua pittura invita lo spettatore in un viaggio che attraversa la distanza dal tempo e conduce alle stanze più segrete della memoria, dove reminiscenze artistiche e ricordi personali si fondono in un’unica, intensa narrazione.
Critica di Antonio Di Giovanni Colombini
Le Mostre: